Fare ciò che si ama o Amare ciò che si fa?

Laura Ressa (frasivolanti blog)
7 min readSep 5, 2019

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Nei giorni scorsi un collega fresco di matrimonio ci ha donato dei vasetti colorati contenenti confetti bianchi. Piccoli ricordi del suo giorno speciale.
I vasetti erano di quattro colori diversi e ad ogni colore era associata una frase: “Ridere spesso”, “Far crescere l’amore”, “Credere nei sogni”, “Fare ciò che si ama”. Ognuno di noi ha potuto scegliere il proprio vasetto.

All’inizio sono stata tentata di pescare nel mucchio a occhi chiusi per vedere quale frase venisse fuori, in stile “faccio una domanda al libro delle risposte e vediamo cosa esce”.
Poi mi sono detta: voglio deciderla io la frase che mi piace di più! Sono stanca di far scegliere ai quadri astrali quello che mi piace, e quindi anche nelle piccole cose lascio che sia io a scegliere e a capire cosa è meglio per me, cosa mi rappresenta.
Certo si trattava della scelta di un semplice vasetto con un una scritta, ma non è forse vero che in quello che ci accade, soprattutto nelle cose più semplici, si nasconde sempre qualche domanda nuova da fare a noi stessi? Fossero anche solo domande contenute in un vasetto di confetti accompagnato da una frase.

Così ho pescato la frase “Fare ciò che si ama”.
Ho posizionato il vasetto in bella vista sulla mia scrivania e gli ho scattato una foto. Sono stata felice della scelta, sebbene la mia collega fosse convinta che invece avrei pescato il vasetto con su scritto “Ridere spesso”.
Ho preferito “Fare ciò che si ama” non perché non sia bello ridere ma perché non sempre siamo bravi ad associare alla risata la giusta intenzione ed emozione.
C’è chi ride spesso ma in realtà è triste e c’è poi chi ride ma in realtà sta solo celando altre emozioni. Di per sé, dunque, il fatto di ridere non corrisponde sempre a ciò che le persone provano davvero o vogliono realmente esprimere.

Torniamo alla frase “Fare ciò che si ama”.
Diretta, facile, inequivocabile.
Se la leggo, non vedo scorciatoie interpretative. Fare ciò che piace ha un unico significato universale: vuol dire fare ciò che ci fa stare bene, ciò che facciamo meglio e che amiamo, fare una cosa con il massimo della nostra energia e impegno perché ci fa crescere e imparare.
Sono questi i presupposti di base se immaginiamo qualcuno nell’atto di fare qualcosa che ama. E vale per qualsiasi azione: dal fare le valigie per un viaggio all’assemblare una composizione floreale, dal cucire un abito allo scrivere un libro, dall’impastare la massa per la pizza all’atto di intonacare un muro.
Tutto ciò che amiamo fare, è fatto perché ci fa star bene mentre lo facciamo, perché ci rende orgogliosi, perché ci dona qualcosa che cercavamo, perché siamo fieri di noi stessi quando svolgiamo un compito al meglio delle nostre possibilità e capacità.

La frase “Fare ciò che si ama” però fa sorgere anche un dubbio.
Fare ciò che si ama e Amare ciò che si fa sono due concetti diversi?

Il primo presuppone una vera scelta mentre il secondo significa farsi andar bene ciò che passa il convento? Oppure si equivalgono?

Non sempre la risposta è una. Dipende dai casi, mi verrebbe da dire affidandomi alla teoria della relatività.
E allora giungo a una conclusione relativista: se fai qualcosa che ami magari ti capita di poterla fare in qualsiasi condizione. Magari ti piace dipingere, scrivere, fare sport, fare scampagnate, cucinare, andare a pesca, suonare uno strumento. E forse hai la fortuna di riuscire a coltivare le tue passioni, a volte anche per lavoro.
Ma può succedere che tu scopra di amare qualcosa che fai e che inizialmente non avevi scelto. Come può accadere nel lavoro.
In questo senso la contaminazione di esperienze e di incontri è cruciale per farti trovare gli stimoli giusti.

Penso non solo al lavoro ma anche alla scelta di un abito nuovo, ad esempio.
Solitamente quando devo comprare un vestito parto con un’idea ben precisa del taglio e del colore dell’abito che vorrei.
Quando entro in negozio l’occhio esperto della commessa mi spiazza, perché sembra aver capito cosa in realtà mi calzi a pennello e quasi sempre quell’abito non corrisponde al modello che cercavo in partenza. Serendipity anche in fatto di indumenti?
Facendo le necessarie distinzioni, penso accada lo stesso per quelle attività che facciamo con passione o per quelle che facciamo perché dobbiamo e che poi alla fine impariamo ad amare perché ci calzano a pennello e non lo avremmo mai immaginato.

Non si tratta di un matrimonio combinato tra noi e le nostre vere passioni, e neanche di un compromesso. Solo che a volte, come per la pesca a occhi chiusi del vasetto colorato con la frase, le cose capitano tra capo e collo e non le puoi prevedere né fartele piacere subito né comprendere perché ti siano capitate.

Sei tu però a scegliere che influenza questi accadimenti avranno nella tua vita.
Può trattarsi di una malattia, di una patologia che non conoscevi, di una persona nuova nella tua vita, di una persona ritrovata e di una persa, di un nuovo lavoro.
Alcune cose le scegliamo e le coltiviamo anche nonostante gli ostacoli che si frappongono tra noi e i nostri desideri. Con altre invece impariamo a scendere a patti, e penso sia impossibile dire con certezza se siano migliori le une o le altre.

Credo però, e di questo sono convinta, che qualsiasi cosa in cui mettiamo amore e dedizione ci aiuti a crescere con pazienza al ritmo di “una zampa di gallina al giorno”, poco alla volta ma in maniera costante. La rende insomma una scelta perenne anche nei casi in cui non siamo stati noi a decidere la direzione da prendere.
Da bravi capitani del nostro vascello, possiamo anche subire pesanti correnti opposte ma sta a noi poi riadattare ogni volta la rotta e adeguare al nostro viaggio gli scossoni e gli spostamenti inaspettati.

Fare ciò che si ama è un’azione che riguarda ogni aspetto della nostra vita: può significare passare del tempo con persone con cui davvero vogliamo essere, scegliere la via che si vuole percorrere in barba ai giudizi, coltivare un talento, mettere competenza nel nostro lavoro semplicemente perché ogni cosa che facciamo va fatta bene.

Porto con me tutte queste considerazioni sul fare ciò che si ama come fossero oggetti nel mio zaino. Ed esco.
Mi ritrovo a cena con amici ad ascoltare il racconto di uno di loro che fa l’edicolante. Ci racconta di aver abbandonato gli studi per lavorare, per una necessità sopraggiunta poco dopo essersi iscritto all’università.
Ci ha parlato di cosa significhi per lui lavorare da anni sulla strada e avere a che fare con centinaia di persone diverse, umanità con cui si confronta quotidianamente e di cui conosce il modo di fare, intuendo spesso anche il motivo per il quale vanno in edicola. Non così scontato come si potrebbe pensare.

“In edicola hai a che fare con mille persone diverse. Ci sono gli anziani che mi conoscono da anni e mi vengono a trovare solo per chiacchierare un po’, ci sono persone disperate che subiscono soprusi e ingiustizie, ci sono anche persone maleducate. Di fronte a ognuno cerco di adattarmi, di calibrare le parole e le frasi da usare. A volte parlo in dialetto e a volte, anche se so usare il congiuntivo, faccio finta di non saperlo usare e pronuncio frasi improbabili solo per entrare in empatia con il mio interlocutore.”

Al mio amico questo lavoro è capitato per caso, non era previsto nei suoi piani e forse neanche nei suoi sogni. Ma oggi ne parla come di un lavoro che, sebbene gli abbia chiuso alcune porte, in compenso ne ha spalancate mille altre. Ha potuto comprendere le persone, cercare di adattarsi alle situazioni, di comunicare senza snaturarsi né fingere ma essendo ben cosciente del fatto che ognuno porta con sé il proprio vissuto e le proprie battaglie.
Come dice lui “le persone mi parlano perché ascolto: lavorare avendo a che fare con il pubblico ti toglie energie, ma in compenso ti dona tanto altro”.

Il vasetto “Fare ciò che si ama” resta ben evidente sulla mia scrivania.
Quella frase mi ricorda che dobbiamo cercare, per quanto possibile, di riconoscere ogni strada che segnerà il nostro percorso per poter dire: è qui che mi trovo, è qui che devo/voglio essere ed è qui che sono diventato quel che sono.

I sogni cambiano nel tempo, mutano indotti dalle circostanze oppure per scelta, ma faremo sempre ciò che amiamo se metteremo in qualsiasi attività il frutto migliore di quel che abbiamo imparato.
Non è questione di destino, come quando peschiamo dal mazzo una carta o scegliamo un barattolo a occhi chiusi: fare ciò che si ama presuppone il coraggio di mantenere gli occhi ben aperti.

“Tutto quello che puoi fare, o sognare di poter fare, incomincialo.
Il coraggio ha in sé genio, potere e magia.
Incomincia adesso.”
(Johann Wolfgang von Goethe)

Laura

L’articolo è anche su lavorobenfatto.org

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